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Fare videogiochi

Palestre scientifiche a cura di G.A. Cignoni, T. Mongelli; da novembre a giugno tutti i martedì feriali alle 18 al CUS Pisa

L'informatica è ormai parte del nostro quotidiano.
La viviamo con normalità usando con naturalezza tablet e smartphone, facendo riferimento a internet per qualsiasi dubbio, divertendoci con i videogiochi.

Verrebbe quasi da concludere che non c'è bisogno
di corsi di introduzione all'informatica.

Invece è importante. Perchè quella che appare, quella a cui siamo abituati è l'informatica che ci vede semplici utenti,
la parte meno interessante.

Più stimolante è l'informatica che ci permette di essere creativi, di inventare e fare. Che ci insegna a ragionare in astratto, a progettare, a risolvere problemi.
Che ci permette di immaginare un gioco e di realizzarlo.

Fare videogiochi sono corsi di progettazione videoludica.
Vogliono incuriosire, introdurre alla scoperta e al piacere di programmare, al bello di usare l'informatica per fare.
Fare videogiochi appunto, perché deve essere divertente.
A tutte le età.

Gli ambienti e le applicazioni utilizzate sono open source o comunque senza costi di licenza, così che continuare a divertirsi a casa non richiede ulteriori costi.

Per il 2016/17 il corso è rivolto alla fascia di età 9-13.
Maestro sul dojo è Tommaso Mongelli.

Informazioni e iscrizioni:

polidisciplinari@cuspisa.it
3890111326 Nathascia
3464923279 Chiara
3409372892 Renato

Didattica dell'informatica

HMR è un progetto di ricerca in storia dell'informatica. Parte delle attività sono dedicate a raccontare la storia dell'informatica e, in particolare, a raccontarla spiegando anche il "come funziona", insomma a fare didattica [9, 10, 25, 26].

I videogiochi, un capitolo di tutto rispetto della storia dell'informatica, aiutano a incuriosire, a coinvolgere e a spiegare [23]. Ci ricordano anche un momento felice nella storia dell'informatica: quando entrarono nelle case gli home computer. Calcolatori per giocare (il C=64, lo Spectrum...), ma programmabili. La semplicità delle macchine e dei giochi esistenti allora rendeva l'idea di farsi il proprio videogioco un progetto possibile: il calcolatore era il nuovo gioco delle costruzioni. Una generazione di informatici è nata così.

Fare videogiochi lascia da parte i titoli moderni, tecnologicamente troppo sofisticati e realizzabili solo mettendo in piedi produzioni di proporzioni hollywodiane, ripropone invece il piacere di scoprire l'informatica inventandosi videogiochi fattibili, divertendosi perchè si usa la fantasia, imparando a lavorare in termini di progetto, ma con la soddisfazione di vedere risultati in tempi ragionevoli.

Perché i videogiochi

Sui videogiochi ci sono pregiudizi. C'è chi li vede come esponenti di un'informatica "non seria", chi addirittura come oggetti diseducativi - è toccato ad altri prima, dai fumetti alla televisione.

Come per tutte le cose, ci sono i videogiochi da evitare: perché non adatti a una certa età, perché di cattivo gusto, perché semplicemente brutti o fatti male. Inoltre, come educatori (e come genitori), bisogna sapere che il videogiocare, anche con ottimi titoli, può portare i ragazzi a fissarsi, chiudersi e tralasciare il resto. Ma né più né meno di tante altre attività, dalla lettura allo sport, interessanti, coinvolgenti e perciò potenzialmente estranianti.

Detto questo, i videogiochi sono fra le applicazioni più complete dell'informatica: intrecciano grafica e sonoro, simulazione di ambienti e di comportamenti (e a diversi gradi di realismo), gestione in tempo reale degli eventi di gioco e dell'interazione con l'utente, uso ottimale delle risorse di calcolo. Inoltre, mentre tutte le applicazioni "serie" dell'informatica (dal controllo di impianti alla contabilità aziendale) nascono e sono costrette in domini chiusi e definiti, i videogiochi sono un atto di pura fantasia: contesti, personaggi, ambientazioni e trame sono tutte cose da inventare.

Realizzare un videogioco è un esercizio completo: allena la creatività, mette di fronte a tanti problemi da risolvere con gli strumenti della programmazione, abitua al confronto e a lavorare in squadra. E, in più rispetto a tanti altri esercizi informatici, produce risultati che è divertente mostrare e raccontare agli amici.

I giochi di Fare Videogiochi

Estate 2016 - Attacco alla piovra. Un gioco d'avventura realizzato durante i campi solari del CUS Pisa. Un lavoro di gruppo in cui i partecipanti hanno ideato, progettato e realizzato trama, albero delle decisioni, grafica e colonna sonora del gioco.

Estate 2016 - Esercizi di stile. Giochi realizzati dai partecipanti ai campi solari del CUS Pisa. Partendo da uno scheletro comune di un semplicissimo videogioco realizzato con Stencyl, ogni partecipante ha deciso la propria storia e realizzato gli elementi che la caratterizzano ottenendo la sua versione del gioco e prendendo confidenza con la grafica, l'audio e i meccanismi di base delle dinamiche di gioco: il controllo dei movimenti e le collisioni.

2014/15 - Laboratorio di Videogiochi. Un corso di un anno, pensato per usare il Museo degli Strumenti per il Calcolo e le sue strutture anche come luogo di incontro fuori degli orari di apertura al pubblico. I partecipanti, nella fascia di età 18-24, organizzati in piccoli gruppi, hanno ideato, progettato e realizzato i loro videogiochi usando Stencyl. I videogiochi sono stati presentati in un evento pubblico il 30 maggio 2015 e sono disponibili alla pagina web dell'iniziativa.

2015 - Blob, il gioco dell'esistenza. Non è un progetto dei partecipanti a uno dei corsi di Fare Videogiochi, ma è un esempio di come i videogiochi, anche semplici, possano essere strumenti didattici. Fare Videogiochi è un invito anche a chi insegna e vuole avvicinarsi al linguaggio dei propri studenti. Il gioco è stato realizzato usando Stencyl per animare la Notte dei Musei 2015 al Museo degli Strumenti per il Calcolo.