(Ri)costruzioni: macchine, programmi e altro

L’informatica è una scienza di cose che funzionano: le macchine si accendono, i programmi girano.
Per raccontare bene i vecchi strumenti per il calcolo bisogna mostrarli in moto. Abbiamo tre possibilità:

HMR si diverte su tutti e tre i fronti: ha curato la collezione delle macchine per il calcolo personale del Museo degli Strumenti per il Calcolo, ha realizzato repliche hardware, ha sviluppato simulatori software.
Essendo informatici, anzi hacker, programmare ci piace e la terza via, anche se più complessa e impegnativa, è quella a cui siamo più affezionati – HMR è nato proprio così. Inoltre, i simulatori si distribuiscono facilmente e possono raggiungere un pubblico molto più ampio: per noi è importante.

Vecchie macchine a parte, HMR è anche impegnato in altri progetti software legati alla diffusione della storia dell’informatica. Infine, poichè il bello è realizzare cose, messa da parte la tastiera, le mani si divertono anche a fare altro.

Vecchie macchine, simulate o ricostruite

Il CANE del 1970. Il Calcolatore Automatico Numerico Educativo era una macchina didattica usata a Scienze dell’Informazione, il primo corso di laurea in informatica istituito in Italia e attivato a Pisa nel 1969/70. Raccontare e riportare in funzione il CANE è il contributo di HMR ai festeggiamenti per il 50° del corso di laurea. Oltre a essere un interessante esemplare pisano di una categoria - i calcolatori didattici - con diversi altri storici esponenti, il CANE è un tipico calcolatore degli anni ’70 a schede perforate. Continua...

La prima CEP del 1957. Chiamata con affetto Macchina Ridotta, il primo calcolatore elettronico progettato e costruito in Italia rivive oggi in un simulatore che ne riproduce fedelmente architettura, comportamento e prestazioni. La prima CEP, dopo essere usata anche per servizi di calcolo all’esterno dell’Università fu smantellata a fine 1958 e la memoria e la documentazione della macchina fu in parte persa. Fra i vari risultati di HMR, il simulatore della MR del 1957 è quello in cui maggiormente si è rilevato fruttuoso il metodo ispirato all’archeologia sperimentale e il ricorso a modellazione e simulazione per provare e verificare le ipotesi di ricostruzione quando la documentazione originale è lacunosa. Continua...

L’addizionatore a 6 bit del 1956. Una relazione sullo stato dei lavori del progetto CEP descrive gli esperimenti che, nei primi mesi 1956, dimostrarono la fattibilità dell’impresa. Il più rilevante fu un addizionatore a 6 bit “provato con risultati pienamente soddisfacenti” e adottato come base per “i criteri generali di montaggio e la progettazione meccanica dettagliata di uno chassis standard”. Nel 2011, usando gli schemi elettronici e i disegni meccanici recuperati, HMR ha costruito in replica l’addizionatore, il primo pezzo del primo calcolatore italiano. Continua...

La prima CEP, la versione del 1956. La prima stesura del progetto della prima CEP è datata luglio 1956; corredata di schemi e disegni è la versione che, dopo un lungo lavoro di recupero, studio e riordino, abbiamo in forma più completa, software incluso. Sebbene sia una prima versione, diversa dalla macchina poi completata nel 1957, per la sua integrità il progetto del ’56 è stato la base del primo simulatore realizzato da HMR. La ricostruzione ha permesso di restaurare il software della MR56 (che non gira sulla MR57) e di vederlo in funzione.

Progetti software

L’informatica di oggi, oltre a simulare le macchine del passato, serve alla storia dell’informatica anche come strumento per l’elaborazione e la veicolazione delle informazioni. Diversi sottoprogetti di HMR investigano nuove idee di gestione e comunicazione della conoscenza sviluppando soluzioni software a loro supporto:

Altri progetti software sono stati sviluppati nell’ambito di tesi di laurea (CHKB, AlanBot) o sono stati divertimenti mirati a usare i videogiochi come mezzi per coinvolgere grandi e piccini nella scoperta dell’informatica e della sua storia. Esperimenti di comunicazione come Retrologico pure hanno avuto la loro componente tecnologica per l’analisi dei risultati.

Altre costruzioni

Non fidatevi di film, telefilm e giornali: l’hacker non vive di solo software.

Ci sono tanti modi per divertirsi realizzando cose e ci viene naturale naturale staccarsi ogni tanto dal PC per usare le mani facendo qualcosa di più tradizionale. Per esempio di stoffa, perchè ci piace avere magliette originali da indossare portando in giro pezzi di storia dell’informatica, o di carta, perchè costruire ritagliando è un classico.